Indietro
Esami di laboratorio: gli anticorpi anti-fosfolipidiplay video button
23.11.2021

Esami di laboratorio: gli anticorpi anti-fosfolipidi

Gli anticorpi anti-fosfolipidi sono un gruppo di anticorpi, ossia delle grosse proteine a forma di Y, prodotte dai linfociti B in risposta all'ingresso nell'organismo di sostanze estranee.

Gli anticorpi servono per identificare e neutralizzare elementi estranei, come ad esempio batteri patogeni e virus.

Quando, per un errore del sistema immune, si formano anticorpi diretti contro elementi del nostro corpo si usa il termine autoanticorpi.

Gli anticorpi anti-fosfolipidi sono degli autoanticorpi che riconoscono proteine che nel nostro corpo si trovano legate alla superficie cellulare ai fosfolipidi, i grassi che costituiscono la barriera esterna delle cellule.

Gli anticorpi anti-fosfolipidi sono frequentemente positivi nei pazienti con malattie reumatologiche, ma possono essere riscontrati anche in pazienti senza patologie di interesse reumatologico.

Si riconoscono tre test per identificare gli anticorpi anti-fosfolipidi: gli anticorpi anti-beta 2 glicoproteina 1, gli anticorpi anti-cardiolipina ed il lupus anticoagulante.

Il test per gli anticorpi anti-beta 2 glicoproteina 1 identifica con varie metodiche gli anticorpi diretti contro la beta 2 glicoproteina, una proteina che si lega ai fosfolipidi sulla membrana delle cellule.

Il test per gli anticorpi anti-cardiolipina identifica gli anticorpi diretti contro la cardiolipina, una tra i fosfolipidi di membrana.

Sia gli anticorpi anti-beta 2 glicoproteina 1 che gli anticorpi anti-cardiolipina devono essere presenti a un titolo medio-alto.

Il lupus anticoagulante è invece un test diverso; non riconosce una popolazione di anticorpi, ma valuta gli effetti di questi anticorpi sul tempo necessario al sangue per coagulare.

I fosfolipidi sono fondamentali per permettere al sangue di coagularsi e, se nel sangue del paziente ci sono gli anticorpi anti-fosfolipidi, i fosfolipidi legati agli anticorpi non sono più disponibili per le reazioni di coagulazione.

I test per gli anticorpi anti-fosfolipidi vanno ripetuti a distanza di 12 settimane, perché spesso si possono positivizzare solo transitoriamente, soprattutto in corso di infezione. In questo caso gli anticorpi anti-fosfolipidi non hanno un significato clinico.

La positività per gli anticorpi anti-fosfolipidi si associa soprattutto a due tipi di manifestazioni cliniche: gli eventi trombotici e le complicanze ostetriche.

Gli eventi trombotici possono presentarsi in tutti i tipi di vasi sanguigni, e possono colpire sia le vene che le arterie. La manifestazione più comune è la trombosi venosa profonda, a carico delle vene profonde del polpaccio o l'ictus cerebrale o l'infarto del miocardio.

Sul versante ostetrico, gli anticorpi anti-fosfolipidi si associano ad aborti precoci (prima della decima settimana di gravidanza), tardivi (dopo la decima settimana) e a parto prematuro (prima della trentaquattresima settimana di gestazione).

I pazienti con anticorpi anti-fosfolipidi possono presentare anche altre manifestazioni cliniche, molto comuni anche in chi non presenta questi anticorpi e quindi sono poco specifiche per la diagnosi di sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi. Tra le manifestazioni cliniche ad esempio: mal di testa, ridotto numero di piastrine, livedo reticularis, una condizione cutanea in cui si rende visibile il reticolo venoso sotto la pelle.

Ne parliamo con Cecilia Chighizola, Ricercatore a tempo determinato (tipo B), Università di Milano, ASST Gaetano Pini - CTO, Milano

No items found.