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11.11.2021

Anticorpi anti-DNA, il marker per il Lupus

Gli anticorpi anti-DNA sono autoanticorpi che riconoscono il DNA a doppia elica. In particolare individuano quello che è il materiale genetico contenuto nel nucleo delle cellule.

Le metodiche per il loro dosaggio sono state allestite già a partire dagli anni 50, poi nel corso del tempo ci sono state varie evoluzioni.

Gli anticorpi anti-DNA vengono considerati specifici per il lupus eritematoso sistemico, ma possiamo trovarli anche in altre condizioni, come malattie infettive o altre malattie autoimmuni sistemiche.

L’interpretazione della positività degli auto-anticorpi deve avvenire nel contesto di un quadro clinico; di per sé non determina in automatico una diagnosi di lupus eritematoso sistemico.

Nel lupus eritematoso sistemico i meccanismi di apoptosi – cioè di morte cellulare programmata - possono essere alterati. In particolare, una base di predisposizione genetica fa sì che i meccanismi di smaltimento, che consentono alle cellule morte di essere smaltite in un percorso di tipo non infiammatorio, siano alterati. Il sistema immunitario, quindi, processa il materiale nucleare che contiene DNA a doppia elica e vengono prodotti gli auto-anticorpi.

Gli anticorpi anti-DNA hanno un importante valore diagnostico ma anche prognostico. Aiutano a definire una diagnosi di lupus e, nel follow up, a seguire l’andamento di malattia.  Una persistente positività agli anticorpi anti-DNA soprattutto ad alto titolo è associata a malattia attiva. Un’informazione utile che può indicare la necessita di cambiare il trattamento o di essere più aggressivi.

Ne parliamo con Laura Andreoli, Professore Associato di Reumatologia, Spedali Civili e Università di Brescia.